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Le radici del Trekca: alla scoperta della Val Soana

By Trekca

Parlando di montagna, spesso si pensa alle più alte cime, alle grandi imprese alpinistiche, alle località più famose del nostro arco alpino… ma quello di cui noi vogliamo parlare oggi non ha nulla a che vedere con tutto ciò.

Vi portiamo, infatti, alla scoperta di luoghi semisconosciuti ai più, di una montagna che per fortuna è ancora d’altri tempi, di valli in cui il tempo sembra essersi fermato, con persone che ancora parlano il dialetto franco-provenzale come lingua. In questo articolo, Trekca vi porta alle proprie origini.

È proprio in Val Soana che i fondatori del nostro sodalizio, Emiliano e Mario, hanno iniziato la loro avventura più di 40 anni fa, muovendo i primi passi verso quell’emozione ed esperienza che si insinuano dentro di e non ti abbandonano più.

La Val Soana è una valle piemontese, situata sul versante sud del massiccio del Gran Paradiso, incuneata tra la Valle dell’Orco e la Valchiusella, inserita in buona parte nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Salendo in Val Soana, si staccano tre valloni secondari: il Vallone di Campiglia, il Vallone di Piamprato e il Vallone di Forzo.

È proprio in quest’ultima valle che Trekca ha iniziato a camminare in montagna, a scoprire luoghi lontani dal turismo di massa, a respirare l’aria frizzante d’alta quota, a dormire nei bivacchi Revelli e Davito, ad ammirare le evoluzioni di stambecchi e camosci, in definitiva ad appassionarsi alle escursioni in montagna.

La Valle di Forzo racchiude il cuore più selvaggio e integro del Parco Nazionale del Gran Paradiso, con una grande varietà di ambienti, particolarmente boscosi e ricchi d’acqua. Forzo fa parte del comune di Ronco Canavese, dal quale dista circa 7 km, e collegate al capoluogo vi sono due minuscole frazioni, Tressi e Molino di Forzo, dalle quali partono varie escursioni.

Il paese è ormai abitato da pochissime persone, in quanto la popolazione nel corso dei decenni dopo gli anni ’60 si è trasferita in cerca di lavoro, soprattutto in Francia. Il nucleo è formato nel suo complesso da una quarantina di abitazioni, soprattutto seconde case di emigrati e parenti che vi ritornano per le vacanze.

Come si può ben capire, non si tratta di un luogo frequentato dove si possono trovare i migliori comfort, ma è appunto per le sue caratteristiche ambientali che il Vallone di Forzo ancora oggi può essere considerato un vero luogo di Montagna, con la M maiuscola.

Una montagna dove si può riscoprire la natura, dove lo scorrere delle giornate è scandito dalla calma e dalla tranquillità che solo certi posti ti possono ancora donare. Trekca, nel suo viaggio di riscoperta di luoghi e percorsi poco conosciuti e lontani dalla frequentazione massiva, dove si va a camminare per stare in compagnia e rilassarsi e non per fare record, ha deciso di condurvi a visitare quel luogo “dove tutto è iniziato”.

Certi che su quei monti a cavallo tra la Valle d’Aosta e il Piemonte nulla è cambiato, con l’auspicio che anche voi possiate provare le emozioni che ci hanno invaso l’anima tempo fa, vi proponiamo questa serie di escursioni in Val Soana.

Indice

BIVACCO DAVITO


Il Bivacco Pier Mario Davito sorge a 2.360 metri su un bastione erboso situato in mezzo al Vallone di Lavina, ai piedi della parete sud della Torre di Lavina [3.308 m]. Per raggiungere il bivacco occorrono circa 3 ore partendo da Tressi per un dislivello complessivo di circa 1.200 metri.

L’itinerario si sviluppa risalendo la valle del torrente Forzo dapprima all’interno di boschi di larici e pinete e poi attraversando praterie alpine. Il sentiero transita dalle piccole borgate di Boschietto e Boschiettiera, raggiungibili solo a piedi, ed in alta quota incontra le Grange di Lavina e di Lavinetta, ormai diroccate, per poi arrivare al pianoro sul quale sorge il bivacco. Da qui la vista spazia sulle cime circostanti, tra le quali spicca la Torre di Lavina, sino ad abbracciare tutto il vallone di Forzo.

Dal bivacco Davito è possibile proseguire effettuando la traversata verso Lillaz raggiungibile in circa 6 ore attraverso il colle di Bardoney [2.833 m] oppure con sentieri più disagevoli raggiungere Campiglia Soana tramite il colle della Cadrega (circa 4,30 h) ed il bivacco Revelli passando per il colle della Valletta (circa 3 h).

BIVACCO REVELLI


Il Bivacco Luigi (Gino) Revelli sorge in una stupenda posizione ad una quota di 2.610 metri proprio al centro del vallone di Ciardoney ed è contornato da una serie di cime tra le quali la Punta Gialin, la Grande Uja di Ciardoney, le Cime di Valeille, la Punta delle Sengie, la Roccia Azzurra, il Monveso di Forzo e parte della Torre di Lavina.

Il bivacco, collocato circa 150 metri sopra il piccolo laghetto del Pian delle Mule, è raggiungibile in 4,30 h percorrendo circa 1400 metri di dislivello con partenza da Molino di Forzo. Inoltre, in circa 1,30 h dal bivacco è possibile raggiungere il Ghiacciaio del Ciardoney dove, dal 2010, è presente una stazione meteorologica per lo studio dei ghiacciai.

Dal bivacco Revelli, come già evidenziato, è possibile attraversare il colle della Valletta e raggiungere in circa 3 h il bivacco Davito. Si può inoltre, raggiungere il rifugio non custodito Pocchiola Meneghello [2.440 m] in circa 4,00 h, ma la traversata negli ultimi anni a causa della scarsa frequentazione è divenuta disagevole ed è consigliata esclusivamente ad escursionisti molto esperti.

Infine ricordiamo che è possibile anche raggiungere il bivacco Revelli passando per Boschettiera, transitando per la Grange Fumà, il casotto gurdiaparco della Muanda e risalendo la piana della Valletta. Questo itinerario risulta più lungo, ed è consigliabile per chi è allenato percorrerlo in discesa compiendo così un bellissimo giro ad anello.

LAGHI D’UMBRIAS E ANELLO DELLA MUANDA


Laghi d'Umbrias

I Laghi d’Umbrias sono situati nell’alta Valle di Forzo in un ambiente naturale di rara bellezza paesaggistica. Per raggiungerli si percorre per circa 1000 metri di dislivello il sentiero che porta al Lago Gelato e si impiegano circa 3 h di salita.

Il nome Umbrias si riferisce ad un alpeggio, ormai diroccato, situato a circa 2.200 metri dove una volta giunti ci si discosta dal sentiero per scendere poche decine di metri su un terrazzo naturale dove si trova il lago attorniato da pareti, massi e talvolta anche camosci.

Intorno al lago principale vi sono altri due piccoli laghetti spesso difficili da individuare a causa della siccità.

Per chi volesse dall’Alpeggio d’Umbrias è possibile proseguire verso i colli e le cime circostanti che sfiorano i 3.000 metri oppure raggiungere il Lago Gelato attraverso il Passo del Lago Gelato. Segnaliamo che questi percorsi vanno intrapresi solo da escursionisti molto esperti ed allenati in quanto ci si trova in un ambiente poco frequentato e i sentieri sono scarsamente segnalati.

ALPE GIAVINO


L’Alpe Giavino, è un alpeggio situato in un ambiente poco frequentato che gode di una posizione panoramica da cui si vedono le principali cime della Valle: il Monveso di Forzo, la Punta delle Sengie, la Plata di Lasin.

Per raggiungere l’alpeggio si risale il Vallone di Forzo partendo da Tressi e seguendo il medesimo itinerario del bivacco Davito sino a giungere alla borgata Boschietto. Da qui si segue un sentiero sempre ben marcato che si inerpica per boschi di larici fino ad aprirsi sui prati in quota sotto la Cima del Cavallo; lungo il percorso si incontrano diversi ruderi di baite. Per arrivare a questa meta si impiegano circa 3 h con un dislivello di circa 1000 metri.

Dall’Alpe Giavino si può proseguire su tracce di sentiero fino alla Bocchetta Vallotta [2603 metri] da dove per percorsi non segnati in cartina si può raggiungere la Bocchetta di Giavino e con una traccia di sentiero il Bivacco Davito passando sotto il Colle Cadrega. Si evidenzia che questi percorsi a causa della scarsa frequentazione sono percorribili esclusivamente da escursionisti molto esperti e si raccomanda di chiedere informazioni ai guardia parco prima di intraprendere escursioni in queste zone.

Trekca

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