Introduzione
Un trekking di più giorni nel Parco Nazionale del Gran Paradiso è un’esperienza che ogni amante della montagna deve assolutamente vivere almeno una volta nella vita.
Lo stretto contatto con la natura, quasi, incontaminata e i meravigliosi panorami sull’unico 4.000 totalmente in territorio italiano rendono questo luogo un tesoro alpino nascosto tra le vallate del Piemonte e della Valle d’Aosta.
In questa guida viene riportato un trekking di due giorni, con pernottamento in rifugio, che passa per alcuni dei luoghi più iconici delle alpi valdostane: il Rifugio Chabod, il Rifugio Vittorio Emanuele II e il bellissimo Colle del Nivolet.
La partenza avviene dalla Valsavarenche e durante il primo giorno di cammino si effettua la famosa traversata Chabod – Vittorio Emanuele passando poco sotto il leggendario ghiacciaio del Gran Paradiso, purtroppo ormai decisamente mangiato dal caldo di questi anni.
Dopo la notte nell’accogliente Rifugio Tetras Lyre, si riprende a camminare in direzione del Colle del Nivolet, un suggestivo altopiano a 2000 metri di altitudine, ricco di laghetti e animali tra cui i camosci e gli stambecchi, simboli del parco.
Diverse sono le varianti che l’itinerario può subire per andare incontro alle più disparate esigenze, aumentando o diminuendo durata e dislivello per rendere il trekking adatto davvero a chiunque.
Come arrivare?
La partenza di questo trekking nel Parco Nazionale del Gran Paradiso avviene dal parcheggio dell’Alpe Pravieux, in Valsavarenche, situato poco dopo il Camping Gran Paradiso.
Il parcheggio, in prossimità del parco avventura, è di medie dimensioni e da qui parte il sentiero verso il Rifugio Chabod.
Info
Itinerario
Giorno 1
- Ascesa: 1315 m
- Lunghezza: 14,9 km
- Difficoltà: E
- Panorama: boschi, alta montagna, cime, ghiacciaio
- Punti di appoggio: Rifugio Chabod, Rifugio Vittorio Emanuele II, Rifugio Tetras Lyre
- Pranzo: al sacco o al Rifugio Chabod
- Pernottamento: Rifugio Tetras Lyre
- Tempo: 5 h 10 min
- Quota min - max: 1823 m - 2732 m
- Num. sentiero: 5 - 1A - 1
- Fondo: lastricata, sentiero
- Acqua potabile: Parcheggio, Alpe de Lavassey, Rifugio Chabod, Rifugio Vittorio Emanuele II, Rifugio Tetras Lyre
- Cena: Rifugio Tetras Lyre
- Copertura mobile: media (a tratti lungo il percorso)
Lasciata l’auto nel parcheggio all’Alpe Pravieux [1823 m], in cui è presente anche una fontana di acqua potabile, e superato il ponte sul Savara si prende il sentiero numero 5 in direzione del Rifugio Chabod, prima tappa di giornata.
Il sentiero inizia subito a salire nel bosco a tornanti su un’antica mulattiera reale.
Salendo di quota la mulattiera si trasforma piano piano in sentiero e superati un paio di punti panoramici sulla vallata, in circa 45 minuti si giunge all’Alpe de Lavassey [2195 m], in cui è presente un’altra fontana.
Si resta sul sentiero 5 che prosegue alle spalle del casolato e dopo pochi minuti il bosco lascia spazio a bellissime praterie alpine con la vista della parete nord-ovest del Gran Paradiso che si manifesta imponente sopra di esse.
La salita continua costante, ma non estremamente ripida, per circa 1 ora fino ad un bivio vicino ad un ponte sul torrente che scende dal ghiacciaio.
Si prosegue a sinistra sul sentiero 5 verso lo Chabod, tralasciando a destra il sentiero 1A che servirà successivamente per raggiungere il Rifugio Vittorio Emanuele II.
In pochi minuti si giunge così al Rifugio Chabod [2710 m], prima tappa di giornata e suggestivo punto panoramico sulla parete nord del Gran Paradiso, con i ghiacciai di Laveciau e di Montandayné, e sull’alta Valsavarenche.
Il rifugio, molto gettonato durante i pranzi estivi, è dotato sia di una sala pranzo interna che di una bellissima terrazza esterna con tavoli in legno in cui è possibile fermarsi a mangiare sia i piatti cucinati da loro che i propri pranzi al sacco.
Anche qui, come in molti luoghi di sosta di questo trekking, è presente una fontana di acqua potabile.
Ripreso il cammino, si torna al bivio incontrato poco prima e si imbocca il sentiero 1A che in un paio d’ore conduce al Rifugio Vittorio Emanuele II.
La traversata Chabod – Vittorio Emanuele, che aggira la Testa del Moncorvè, è caratterizzata da molti sali e scendi; infatti, ci si troverà diverse volte a perdere quota per riprenderla rapidamente poco dopo.
Arrivati al Vittorio Emanuele II [2732 m] sarà molto facile incontrare alpinisti con grosse corde e attrezzatura da ghiaccio; infatti, questo rifugio è il punto di partenza per la via normale che porta alla vetta del Gran Paradiso.
Anche qui è presente un fontana e una magnifica terrazza con tavoli che affaccia sul laghetto di Moncorvè e sulle imponenti cime che sovrastano la struttura, tra tutti il Ciarforon.
Si riprende il cammino sul sentiero numero 1 che scende ripido su una lastricata con tratti dotati di scalini di pietra.
Superato il primo tratto roccioso la pendenza si attenua e il sentiero scende a tornanti puntando il bosco di larici sottostante.
Raggiunto quest’ultimo non resta che continuare ancora per una ventina di minuti la discesa e raggiungere, in circa 1 ora e 10 min dal Vittorio Emanuele, il Rifugio Tetras Lyre [2000 m], collocato ai piedi del pendio e tappa finale di giornata.
Ci si troverà di fronte ad una struttura pulita e molto ben gestita, con ampi spazi comuni sia all’interno che all’esterno.
Il rifugio è dotato di diverse camere, dai 2 posti letto alle camerate da una decina di posti, con annessi bagno e doccia con acqua calda e offre servizi di pernottamento e mezza pensione a prezzi più che onesti (mezza pensione dai 50 € ai 75 € a seconda della camera).
Il cibo è davvero ottimo in quanto la struttura possiede un ristorante aperto al pubblico e molto gettonato in zona sia a pranzo che a cena.
Giorno 2
- Ascesa: 1200 m
- Lunghezza: 23,4 km
- Difficoltà: E
- Panorama: boschi, cime, alpeggi, laghi
- Punti di appoggio: Rifugio Tetras Lyre, Pont Valsavarenche, Rifugio Savoia
- Acqua potabile: Rifugio Tetras Lyre, Pont Valsavarenche, Rifugio Savoia, Area picnic Fonsey
- Tempo: 5 h 45 min
- Quota min - max: 1740 m - 2630 m
- Num. sentiero: 3 - 9
- Fondo: carreggiabile, sentiero, lastricata, asfalto
- Pranzo: al sacco o al Rifugio Savoia
- Copertura mobile: media (a tratti lungo il percorso)
Trascorsa la notte al Rifugio Tetras Lyre, ci si rimette in cammino lungo l’ampia carreggiabile in piano che dal rifugio porta a Pont Valsavarenche [1960 m].
Raggiunta la località di Pont ci si porta alle spalle del grande albergo/ristorante che domina il piazzale e il parcheggio, in cui è presente una fontana e anche un mini market per potersi rifornire, e si imbocca il sentiero 3 verso il Rifugio Savoia e il Colle del Nivolet.
Il sentiero comincia a salire in modo costante nel bosco e in circa 15 min giunge alla base della parete dominata dalla Croce dell’Arolley, dove una bellissima cascata ruba indubbiamente la scena.
Si percorre il sentiero, ormai divenuto a gradoni lastricati, e in 30 min si raggiunge la sommità della parete e quindi il bellissimo punto panoramico della Croce dell’Arolley [2314 m].
La vista è davvero suggestiva e davanti agli occhi si erge maestoso l’intero complesso del Gran Paradiso in tutta la sua grandezza e bellezza.
Da qui in poi il dislivello sarà pressoché nullo e il sentiero si svilupperà il falso piano seguendo il corso della Dora del Nivolet e in un’ora e mezza raggiungerà il Rifugio Savoia [2534 m] attraversando interamente il suggestivo altopiano del Nivolet.
Questa parte di itinerario è davvero un toccasana per gli amanti della natura, un facile sentiero pianeggiante che attraversa gli alpeggi del Gran Collet e del Nivolet, ricchi di torrenti e animali.
Non è difficile avvistare una vasta varietà di fauna in questo luogo, soprattutto la mattina presto e il pomeriggio tardi, partendo dalle amichevoli marmotte ai più timidi stambecchi, simbolo del Parco.
Raggiunto il Colle del Nivolet con gli omonimi laghetti e il Rifugio Savoia, si potrà usufruire dei diversi servizi di cucina disponibili e pranzare in un meraviglioso, ma anche molto battuto, ambiente di montagna.
Dopo una meritata sosta si prende la carreggiabile che torna verso Pont passando a mezzacosta sul versante opposto.
Si mantiene la rotta fino a raggiungere, in 45 minuti circa, un bivio con segnaletica indicante il sentiero 9 verso il Pian Borgnoz.
Arrivati alle baite del Pian Borgnoz [2630 m] si rimane sul sentiero che continua a mezzacosta in direzione dell’incontaminato Vallone di Meyes.
Il sentiero, a tratti non molto visibile ma segnalato da diversi omini di pietra, passa le baite dell’Alpeggio dell’Aouille e raggiunge in circa un’oretta l’Alpe di Meyes Superiore.
Da qui con un’altra ora di discesa si passano i diversi alpeggi di Meyes e si arriva all’area picnic Fonsey [1740 m], in località Eau Rousse, sulla strada regionale della Valsavarenche.
Il giro si conclude con circa 30 minuti da percorrere su strada asfaltata per rientrare all’auto.
Mappa
Valutazioni
Rifugio Bogani
Il Rifugio Bogani è situato sotto la parete nord della Grigna ed è un ottimo punto di appoggio per le escursioni in zona.
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Trekking nel Gran Paradiso
Giorni: 2
Percorso: Anello
Quota max: 2732 m
Ascesa: 2515 m
Lunghezza: 38,3 km
Difficoltà: E
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Escursioni nei dintorni
Traversata Chabod – Vittorio Emanuele
La traversata dal Rifugio Chabod al Rifugio Vittorio Emanuele è uno dei più noti itinerari panoramici del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Alpe Money
L’escursione all’Alpe Money è un giro ad anello che si snoda nella Valnontey e offre meravigliose viste sui ghiacciai del Gran Paradiso.
Col Laris
L’escursione, immersa nel Parco del Gran Paradiso, raggiunge il Col Laris, spartiacque tra la Val Soana e la Valle di Champorcher.