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Introduzione

Il massiccio del Catinaccio è uno dei luoghi più belli e iconici delle Dolomiti e si trova a cavallo tra le province di Trento e di Bolzano.

Questo itinerario di due giorni ha come punto di partenza Pera di Fassa, situata nell’omonima Val di Fassa, e raggiunge due dei luoghi più noti delle Dolomiti: le Torri del Vajolet e il Lago d’Antermoia.

Le Torri del Vajolet sono un insieme di sette guglie montuose che si trasformano in un posto davvero magico all’alba e al tramonto, mentre il Lago d’Antermoia è uno splendido specchio d’acqua situato a 2500m che riflette sulla sua superficie le caratteristiche vette che lo circondano.

Durante il primo dei due giorni di trekking in Dolomiti si raggiungerà il Rifugio Re Alberto, struttura di pernottamento situata alla base delle Torri, e durante l’ascesa si passeranno diversi rifugi in cui si potranno assaggiare gli innumerevoli piatti locali egregiamente cucinati in queste zone.

Il secondo giorno, invece, la tappa sarà più lunga, si svilupperà in un paesaggio lunare dolomitico davvero stupendo e si raggiungerà il Colle d’Antermoia per poi rientrare a Pera di Fassa passando per il Lago d’Antermoia e la Val Udai.

La difficoltà del giro non è elevata, certo è che si tratta di un trekking di più giorni con diversi metri di dislivello e una minima preparazione è sempre consigliata.

Come arrivare?

La partenza di questo trekking in Dolomiti avviene dagli impianti di risalita Vajolet 1 di Pera di Fassa, in Val di Fassa, raggiungibili in circa un’ora dalle uscite di Ora/Egna e Bolzano Nord dell’autostrada A22 Modena-Brennero.

In alternativa, si può iniziare l’itinerario anche dagli impianti di Vigo di Fassa, rendendo però così più lungo e complicato il rientro dalla Val Udai.

Info

Itinerario

Giorno 1

Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio degli impianti di risalita di Pera di Fassa [1326 m], si prendono i primi due tronconi della seggiovia (Vajolet 1 e Vajolet 2), per un costo di poco superiore ai 10€ a persona, fino a raggiungere la Località Pian Pecei [1800 m], punto di partenza del trekking.

Già da questo momento e per tutta la durata del giro, la vista sulle cime del massiccio del Catinaccio è davvero stupenda.

Per i più allenati, vi è la possibilità di raggiungere l’arrivo della seggiovia del Vajolet 2 direttamente a piedi da Pera di Fassa utilizzando la sterrata che si snoda tra i boschi al di sotto degli impianti.

Arrivati quindi in Località Pian Pecei si prende l’ampia sterrata che si addentra dolcemente nel bosco denominata “Sentiero delle Leggende”.

Ai vari bivi lungo il sentiero seguire sempre le indicazioni per “Malga Couler / Gardeccia / Vajolet”.

Sviluppandosi in un suggestivo bosco di abeti e pini mughi, in circa mezz’ora il sentiero conduce alla Malga Couler [1900 m] e in altri 10 min al Rifugio Gardeccia [1949 m] e al Rifugio Stella Alpina [1949 m].

Questi rifugi sono frequentati da numerose famiglie, anche con bambini piccoli, in quanto sono facilmente raggiungibili, 45 min circa dagli impianti su un bellissimo sentiero nel bosco abbastanza pianeggiante.

Dopo una breve sosta per rifornirsi di acqua alle numerose fontane che si trovano in questa zona, superati i Rifugi Gardeccia e Stella Alpina, costruiti uno accanto all’altro, si prosegue sulla strada sterrata, sentiero n. 546.

Da qui la pendenza aumenta leggermente e in circa un’ora si raggiungono i Rifugi Vajolet e Preuss [2243 m], anch’essi costruiti uno a fianco dell’altro per soddisfare al meglio i numerosi turisti che battono questi percorsi.

Questi due rifugi sono posizionati in cima ad un enorme parete rocciosa che domina la vallata sottostante godendo di una bellissima vista sulle foreste attraversate in precedenza.

Entrambe le strutture, molto caratteristiche, sono dotate di locali interni e terrazze esterne in legno, ideali per un buon pranzo a base di piatti tipici durante i mesi estivi.

Da sottolineare, discorso che vale per tutte le strutture che si trovano in questi luoghi, la gentilezza del personale e la pulizia e la cura dei locali pubblici, senza dimenticare l’ottima cucina.

Una volta terminato il pranzo ci si incammina per compiere l’ultimo tratto di percorso che permette di raggiungere le tanto attese Torri del Vajolet.

Dal Rifugio Vajolet si prende a sinistra il sentiero 542 in direzione del Rifugio Re Alberto, che sale ripido la scarpata addentrandosi nell’enorme canalone posto tra due pareti rocciose.

Da qui il percorso diventa EE in quanto si tratta di un sentiero che si sviluppa interamente su roccia, con tratti abbastanza verticali ed esposti dove delle catene di ferro sono state poste per aiutare gli escursionisti.

Da sottolineare che non si tratta di una via ferrata, ma di un sentiero attrezzato che può essere percorso senza imbrago e senza particolari abilità, ma prestando molta attenzione specialmente in condizioni metereologiche avverse.

In circa 1 h si giunge così al Rifugio Re Alberto [2621 m], meta finale di questa giornata, posto esattamente sotto le spettacolari Torri del Vajolet [2821 m].

Le Torri del Vajolet sono un insieme di sette guglie montuose di dolomia, la roccia che caratterizza questi luoghi, poste in un suggestivo luogo che all’alba e al tramonto regala panorami davvero mozzafiato.

In 10 minuti è possibile raggiungere il Passo Santner [2734 m] e l’omonimo rifugio da cui si gode di una vista pazzesca sia sulle Torri sia sulla Val d’Ega, con il gruppo del Latemar a fare da sfondo al bellissimo Lago di Carezza.

Il Rifugio Re Alberto offre servizi di pernottamento e mezza pensione con prezzi in linea alle altre strutture della zona (circa 70€/80€ la mezza pensione). E’ dotato di diverse camere da 2 a 6 posti letti e di qualche grossa camerata. Vi è purtroppo un solo bagno con doppio servizio e doccia calda a gettoni (3€ per 3 min).

Piccolo consiglio, evitate di fare la doccia negli orari pre cena in quanto dovrete fare diversi minuti di coda per poterla utilizzare.

La sala da pranzo è davvero molto ben tenuta, con tavoli e decorazioni in legno tipiche delle strutture ricettive di montagna, e i gestori sono molto gentili e disponibili.

Nelle stanze non si può salire con gli scarponi, quindi bisogna portarsi delle ciabatte e un sacco a pelo/lenzuolo per la notte. La prenotazione si fa online direttamente dal loro sito web e il pagamento avviene solo tramite contanti, le carte non sono accettate.

Giorno 2

Trascorsa la notte al Rifugio Re Alberto, per il primo tratto di giornata bisogna ripercorrere il sentiero 542, questa volta in discesa, e tornate al Rifugio Vajolet.

Da qui si prende il sentiero 584 in direzione del Rifugio Passo Principe.

Questa sezione si sviluppa in una costante salita, non esageratamente ripida, che in circa 1 h 15 min raggiunge il Rifugio Passo Principe [2601 m].

Stando attenti a non prendere il sentiero per la via ferrata della cima del Catinaccio d’Antermoia, il sentiero 584 prosegue con un tornante verso il Passo d’Antermoia [2770 m].

Questo tratto di percorso è abbastanza ripido ed esposto e in circa 20 min conduce al passo, proprio sotto il Catinaccio d’Antermoia, da cui si gode di una meravigliosa vista sui tipici paesaggi lunari che caratterizzano le Dolomiti.

Imboccando il sentiero 580, che scende nella Valle d’Antermoia, si giunge in 45 min al Lago d’Antermoia [2501 m], un suggestivo specchio d’acqua che riflette sulla sua superficie le caratteristiche cime che lo circondano.

Scattata qualche foto si prosegue ancora per pochi minuti fino a giungere al Rifugio Antermoia [2496 m], meta prescelta per il pranzo.

Questo rifugio offre una strepitosa cucina, con prezzi leggermente alti, e gode di una bellissima vista che spazia dal Piz Boè alla Marmolada.

Trascorso il pranzo, ci si incammina nuovamente sul sentiero 580 che diventa una larga sterrata e raggiunge con una leggera salita il Passo Dona [2516 m].

Da qui il paesaggio cambia: dal suggestivo paesaggio lunare si passa a verdeggianti pianori e alpeggi, dove grazie ad una vista più aperta si possono scorgere il meraviglioso gruppo delle Odle con il Monte Seceda ai suoi piedi e più in lontananza le bianche vette delle Alpi Austriache.

La discesa prosegue su sterrata fino al bivio tra il sentiero 580 che scende nella Val Udai e il sentiero 578 che prosegue verso il Passo delle Ciaregole. Prendere a destra verso la Val Udai e Mazzin.

Sempre in discesa, superati i pianori della Località Camerloi, il sentiero entra in una stretta e selvaggia gola, la Val Udai.

Si prosegue per un paio di ore, ritrovando i boschi di abeti e sempre accompagnati da un torrente in cui si immettono numerose cascate.

Guadato diverse volte il torrente, si torna su un’ampia sterrata e si giunge all’ultimo bivio dell’anello: prendere a destra per rientrare direttamente a Pera di Fassa con un sentiero leggermente più lungo che passa per la Località Ronch, oppure prendere a sinistra per raggiungere in meno tempo il piccolo paese di Mazzin e rientrare a Pera con un comodo bus navetta.

La fermata del bus si trova esattamente nel centro di Mazzin, sulla strada principale, e in pochi minuti conduce agli impianti di Pera di Fassa. Il biglietto si può acquistare direttamente a bordo del bus dal conducente e costa pochi euro.

Mappa

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